Libri

Il Colosseo oltre l’epoca classica

Per la prima volta in una grande mostra – dall’8 marzo 2017 al 7 gennaio 2018 – la storia iconica dell’anfiteatro Flavio dopo l’età dei Cesari: Colosseo. Un’icona celebra, nell’ambulacro del secondo ordine dell’anfiteatro, la lunga e intensa vita del sito nei secoli, fino ai giorni nostri.

La Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, con Electa, promuove la rassegna incentrata sulla vita post-antica del monumento. La mostra è curata da Rossella Rea, Serena Romano e Riccardo Santangeli Valenzani.  Progetto di allestimento di Francesco Cellini e Maria Margarita Segarra Lagunes.

In sei sezioni ordinate cronologicamente, l’influenza storico-culturale dell’anfiteatro si riscontra negli ambiti più diversi: dalla pittura al restauro, dall’architettura all’urbanistica, dallo spettacolo alla letteratura, dalla sociologia alla politica.
Nel tempo, il monumento diventa simbolo per eccellenza di eternità e potenza, di civiltà e cultura. Ancora oggi all’attenzione della cronaca internazionale, il Colosseo è presente nell’immaginario collettivo non solo degli italiani: il suo mito continua.

Alla mostra si accompagna il volume The Colosseum Book e il catalogo, editi da Electa.

Storie della buonanotte per bambine ribelli

È un libro che ha fatto parlare di sé, ancora prima di raggiungere le librerie, per la somma record – più di un milione di dollari – raccolta tramite il crowdfunding, a oggi la cifra più alta mai raggiunta per finanziare un libro inedito. Scritto a quattro mani da Elena Favilli e Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli (Mondadori) ha trovato tantissimi sostenitori in oltre settanta Paesi, che hanno condiviso l’avventura delle due autrici: raccontare le vite straordinarie di donne che, a dispetto dell’importanza delle loro scoperte, dell’audacia delle loro avventure o della portata del loro genio, sono state costantemente sminuite, dimenticate, in alcuni casi quasi cancellate dalla storia perché “donne”.

Illustrato da artiste talentuose di tutto il mondo, Storie della buonanotte per bambine ribelli svela, attraverso le cento vicende personali narrate, una forza che ha il potere di cambiare il mondo: la fiducia che ha permesso alle protagoniste di superare gli ostacoli incontrati sul loro cammino modificando le loro vite e quelle delle donne venute dopo di loro.

Da Jane Austen a Malala Yousafzai, da Coco Chanel a Simone Biles, da Frida Kahlo a Rita Levi Montalcini, le cento donne raccontate da Elena Favilli e Francesca Cavallo vogliono essere fonte di ispirazione per le bambine di ogni tempo e cultura e insegnare loro che tutti hanno il diritto alla felicità e alla realizzazione dei propri sogni, indipendentemente dal “genere”.

Elena Favilli è una giornalista e imprenditrice. Ha lavorato per Colors Magazine, RAI, Il Post, La Repubblica e McSweeney. Laureata in Semiotica all’ Università di Bologna, ha studiato Digital Media a Berkeley, California. È la fondatrice e amministratrice delegata di Timbuktu Labs, una media company che crea prodotti innovativi per bambini di tutte le età.

Francesca Cavallo è autrice e regista di teatro. Esperta di innovazione sociale, ha fondato Sferracavalli , festival internazionale di immaginazione sostenibile. Nel 2011 ha fondato Timbuktu Labs con Elena Favilli di cui è direttrice creativa.

Storie della buonanotte per bambine ribelli

Rizzoli Education: al via il nuovo roadshow Matematica Day

“Coinvolgere e includere con la matematica”: tre giornate rivolte agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado

Rizzoli Education presenta Matematica Day: coinvolgere e includere con la matematica, il nuovo evento itinerante che si articola in tre giornate di interventi, workshop e laboratori completamente gratuiti e dedicati ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Si traccerà un quadro completo delle metodologie più innovative per avvicinare gli studenti a questa disciplina e sviluppare la competenza matematica, attraverso la presentazione di situazioni, problemi e casi di successo proposti da riconosciuti esperti del settore.

La competenza matematica si traduce nell’abilità di applicare il pensiero logico-matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. L’insegnante ricopre in questo processo di apprendimento un ruolo centrale, poiché dovrà incoraggiare l’esplorazione, lo scambio di idee, la percezione dell’errore come opportunità di crescita e la condivisione di strategie originali.

Il primo appuntamento sarà a Torino l’8 marzo presso il Centro Congressi Unione Industriale, mentre il secondo avrà luogo a Roma, il 15 marzo, presso il Centro Congressi Cavour. Il roadshow si concluderà quindi con la tappa di Milano, il 16 marzo, presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Le iscrizioni online sono aperte a tutti i docenti interessati (www.matematicaday.it).

Tra i protagonisti di Matematica Day, Agostino Miele, dirigente scolastico, con un intervento sulle metodologie, Enrico Balli, CEO di SISSA Medialab, che presenterà il progetto SiS Catalyst per arginare l’insuccesso scolastico con la matematica, e Roberto Trinchero, docente universitario, che illustrerà come costruire e valutare le competenze matematiche. Oltre agli interventi, saranno proposti i laboratori rivolti alla scuola secondaria di primo grado, con Luciana Ferri, Angela Matteo, Andrea Maffia ed Eleonora Pellegrini, autori Rizzoli Education, e per il secondo grado, con Salvatore Matta, docente e formatore.

L’evento prevede l’esonero dal servizio. Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza valido per tutti gli usi consentiti dalla legge.

Per approfondimenti e per iscrizioni visitare il sito: www.matematicaday.it

A che servono i Greci e i Romani?

Sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche – e soprattutto classiche – viene chiesto: «A che cosa serve?» Dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e così via), che contrappongono il valore formativo della cultura classica alle nuove esigenze dettate dalla fulminea trasformazione tecnologica che ha completamente modificato il nostro mondo. Come a dire, semplificando molto, che è più utile, per i millennials che si preparano a entrare nella vita adulta e produttiva, saper usare i social media piuttosto che studiare il greco e il latino.

A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse».

Maurizio Bettini, classicista, scrittore e docente di filologia classica all’Università di Siena, con il suo nuovo saggio A che servono i Greci e i Romani? (Einaudi, in libreria dal 7 febbraio) ripensa il paradigma dell’insegnamento delle materie classiche nelle scuole del nostro Paese, la cui tradizione culturale è stata profondamente segnata dall’ininterrotta conoscenza dei classici.

A che servono i Greci e i Romani?

Se non leggeremo più l’Eneide perderemo contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere Virgilio significa perdere anche Dante, e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto.

E se è vero che lo sterminato patrimonio culturale italiano dovrebbe essere il nostro “petrolio”, occorre allora ripensare il ruolo dell’insegnamento delle discipline umanistiche nella formazione delle prossime generazioni, fosse anche solo per interesse economico.

La lezione di Murakami Haruki: non solo per aspiranti scrittori

Cimentarsi con la pagina scritta, con la costruzione di un romanzo, è una sfida da provare almeno una volta nella vita. Per affrontarla spesso è necessaria una guida, che risponda ai dubbi e suggerisca soluzioni; meglio ancora se i consigli provengono da un autore che abbiamo imparato ad amare libro dopo libro.

Pare rispondere proprio a questo bisogno Il mestiere dello scrittore (Einaudi, in libreria dal 14 febbraio) di Murakami Haruki che, con un gesto d’affetto tanto sincero quanto inaspettato per i suoi lettori, attraverso le pagine di questo suo saggio apre le porte del suo laboratorio creativo e ne racconta i segreti più intimi, mettendo a disposizione dei romanzieri alle prime armi un ricco arsenale di informazioni e “tecniche”.

Pieno di curiosità e aneddoti personali, il libro offre suggerimenti e spunti preziosi per “allenarsi” a diventare scrittori, anche dal punto di vista della forma fisica: del resto Murakami è un maratoneta e alle analogie tra corsa e scrittura ha dedicato il saggio L’arte di correre.

Nel Mestiere dello scrittore si trovano poi riflessioni su tematiche più ampie ma sempre legate alla narrazione – come l’immaginazione, il tempo e l’identità, il conflitto creativo tra forma e libertà – che fanno del saggio un’autentica autobiografia letteraria, oltre che “manuale di scrittura creativa”: una guida godibile e originale per apprendere i fondamentali dello scrivere e approfondire stile e pensiero di uno degli autori più amati della letteratura contemporanea mondiale.

La lezione di Murakami Haruki: non solo per aspiranti scrittori

I capolavori ritrovati di Van Gogh in esclusiva a Capodimonte

Rubati dal Van Gogh Museum di Amsterdam nel 2002, ritrovati il 30 settembre 2016 in una casa di Castellammare di Stabia in provincia di Napoli nel corso di un sequestro di beni a un gruppo di affiliati alla camorra, ora i due dipinti dell’artista olandese saranno esposti per 20 giorni in esclusiva al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli prima di rientrare nella sede museale originaria.

Da martedì 7 sino a domenica 26 febbraio le opere, recuperate grazie al lavoro della Guardia di Finanza e della Procura di Napoli, potranno essere ammirate al secondo piano del museo, accanto alla Sala del Caravaggio.

Si tratta di La spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta (1882) e di Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen (1884-1885), due opere fondamentali per la comprensione della prima stagione pittorica dell’artista. Del litorale di Scheveningen esiste un altro dipinto, conservato negli Stati Uniti a Winona (Minnesota Marine Art Museum), mentre la tela che ritrae la chiesa di Nuenen ha un particolare valore affettivo poiché si tratta della chiesa di cui era pastore il padre di Van Gogh.

L’esposizione dei quadri prima del loro rientro in Olanda, accolta con entusiasmo anche dal Museo di Van Gogh di Amsterdam, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e finanziata dalla Regione Campania. Il progetto è attuato dalla Scabec Spa, organizzazione e catalogo sono a cura di Electa.

Ultima puntata della serie tv cult da non perdere

Si conclude lunedì 6 febbraio la prima serie della fiction I bastardi di Pizzofalcone, in onda in prima visione su Rai1 e tratta dall’omonima fortunata serie di bestseller di Maurizio De Giovanni.

La fiction televisiva, che ha per protagonisti Alessandro Gassmann e Carolina Crescentini rispettivamente nei panni dell’ispettore Giuseppe Lojacono e di Laura Piras, è stata seguita in media da oltre 6,5 milioni di spettatori con un picco d’ascolti di 7 milioni nella puntata del 23 gennaio.

Coprodotta da Rai Fiction e Clemart srl per la regia di Carlo Carlei, la prima serie si basa sui romanzi di Maurizio De Giovanni I bastardi di Pizzofalcone, Buio e Gelo e su altri tre soggetti scritti appositamente dall’autore e dagli sceneggiatori della fiction.

L’ispettore Lojacono, personaggio creato da De Giovanni nel Metodo del coccodrillo, e la sua squadra di poliziotti sono al centro di altri due romanzi, pubblicati come i precedenti da Einaudi: Cuccioli e Pane.

E per gli appassionati o chi si fosse perso qualche puntata della fiction, da martedì 14 febbraio saranno per la prima volta in edicola i dvd della prima stagione, con Tv Sorrisi e Canzoni e Donna Moderna, in 6 uscite a cadenza settimanale (€9,90 ogni dvd, rivista esclusa).

Pamuk ospite d’onore dell’Accademia di belle arti di Brera

Il 18 e 19 gennaio 2017 lo scrittore turco è a Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017 del prestigioso ateneo

A pochi giorni dall’uscita in libreria del suo nuovo romanzo, La donna dai capelli rossi (Einaudi), Orhan Pamuk è a Milano, ospite d’onore dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia di belle arti di Brera.

Il 18 gennaio alle ore 11.00, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno accademico, lo scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 2006, riceve il diploma honoris causa dell’Accademia di Brera “per il fondamentale apporto alla cultura figurativa contemporanea con l’intera sua opera letteraria e in particolar modo col romanzo Il museo dell’innocenza (2008) e la costituzione dell’omonimo museo a Istanbul». Titolo della lectio magistralis di Pamuk Art and literature in hard times.

Programma della giornata

Il 19 gennaio alle ore 9.00, si terrà invece, alla presenza di Pamuk, un convegno promosso e organizzato dall’Accademia di belle arti, biennio di “Visual Cultures e pratiche curatoriali”, curato dai professori Laura Lombardi e Massimiliano Rossi (ideatori dell’intero progetto). Studiosi di fama internazionale, docenti universitari, direttori di musei e curatori di mostre discuteranno sui nessi tra letteratura e arte contemporanea, le novità museografiche e museologiche introdotte da Orhan Pamuk nel museo, l’individuazione di affini esperienze di allestimento, l’influenza delle tassonomie collezionistiche, vecchie e nuove, sull’attuale lavoro degli artisti.

Programma della giornata

Pamuk ospite d'onore dell'Accademia di Brera

Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi, Einaudi
È bellissima, ha i capelli rossi come le fiamme e il fascino irresistibile dell’attrice che sul palco sa trasformarsi nell’eroina sensuale e perduta dei poemi. Cem è solo un umile apprendista quando la vede per la prima volta: non sa che da quel giorno anche la sua vita seguirà la traiettoria fatale e misteriosa delle tragedie cantate dai poeti. La donna dai capelli rossi è un romanzo d’amore e gelosia, sulle passioni dei padri e i tradimenti dei figli, il racconto febbrile di un’ossessione capace di cambiare il corso di un’intera esistenza.

Con la storia di Cem, personale e universale allo stesso tempo, Orhan Pamuk interroga i fondamenti letterari della civiltà occidentale e orientale, intrecciando l’Edipo Re di Sofocle con il Rostame Sohrab di Ferdowsi per scrivere il suo romanzo piú sorprendente e fulminante, capace, con i suoi colpi di scena, di togliere il fiato a ogni lettore.

Tre mostre di arte contemporanea da vedere a Roma e dintorni

Inaugurata lo scorso 8 dicembre nella doppia sede del Museo nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma e del Museo Giacomo Manzù ad Ardea (Roma), la mostra Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana ripercorre, all’indomani del Giubileo della Misericordia, le esperienze parallele dei due scultori con la committenza liturgica negli anni ’50 e ‘60. L’esposizione documenta il comune desiderio dei due artisti – Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Roma, 1991) al lavoro per il Vaticano, Lucio Fontana (Rosario, 1899 – Comabbio, 1968) per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – di rinnovare le iconografie tradizionali in senso contemporaneo e il fertile rapporto che in tal modo venne a crearsi con i rispettivi percorsi linguistici.

Visitabile fino al 5 marzo 2017, la mostra è organizzata dal Polo Museale del Lazio con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e in collaborazione con il Comune di Ardea e la Fondazione Giacomo Manzù. Hanno inoltre collaborato Sapienza Università di Roma, Dipartimento di architettura e progetto e lo CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione di Parma. Il catalogo è pubblicato da Electa.

Sempre nella capitale – ancora per pochi giorni (fino al 15 gennaio 2017) –  da non perdere la mostra Jean Arp, dedicata a uno tra i maggiori protagonisti della storia dell’arte del Novecento a cinquant’anni dalla morte.

Allestita nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano, l’ampia retrospettiva dedicata al maestro francese è promossa dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e dal Museo nazionale romano con Electa: circa 80 opere tra sculture, rilievi, stampe e papier collé che consentono di analizzare l’intera ricerca di Arp, dai primi rilievi in legno del 1915 alle sculture realizzate dal 1930 al 1966.

Circa duecento fotografie sono il nucleo forte di Picasso images, Le opere, l’artista, il personaggio. La mostra delinea in modo inedito non solo il percorso di un artista eccezionale, ma anche il ritratto più intimo di un uomo che ha saputo costruire la propria fama mondiale. La ricca selezione di immagini è accompagnata da una significativa scelta di opere grafiche, sculture e dipinti provenienti dal Musée national Picasso –Paris che ne inquadrano l’evoluzione artistica.

La rassegna, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintentenza capitolina ai beni culturali, è ideata da Electa in collaborazione con il Musèe national Picasso – Paris ed è organizzata con Zètema Progetto Cultura.

L’esposizione è ospitata al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 19 febbraio 2017.

Le otto montagne di Paolo Cognetti, un successo annunciato

Il romanzo di Paolo Cognetti Le otto montagne, pubblicato da Einaudi nel mese di novembre, è già un caso letterario internazionale.

In molti paesi si è accesa infatti un’appassionata competizione tra le case editrici interessate a pubblicare il libro.

Un mese prima dell’uscita in libreria, e prima ancora della fiera di Francoforte, il romanzo era già stato venduto in più di venti Paesi, divenuti oramai più di trenta.

Paolo Cognetti, le otto montagne, Einaudi

Al centro del libro c’è l’amicizia fra Pietro e Bruno, nata durante le estati che Pietro trascorre con i genitori in un paesino ai piedi del Monte Rosa. Un’amicizia fatta di poche parole ma granitica come la montagna che li accoglie, e che è l’altra grande protagonista del racconto. La montagna è un modo di vivere, di camminare, di respirare, e la presenza costante del paesaggio modifica i caratteri e le relazioni in questa storia tutta al maschile, magnetica e adulta.

L’intensità con cui è descritto il rapporto fra un padre e un figlio, la delicatezza nel raccontare il continuo avvicinarsi e allontanarsi di Pietro e Bruno negli anni, e la potenza misurata della scrittura hanno conquistato tutti i lettori.

Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978. Da anni si divide tra la città e una baita a duemila metri, dove passa gran parte dell’anno. Con Sofia si veste sempre di nero (minimum fax) è stato finalista al premio Strega. Per Einaudi ha curato l’antologia di racconti New York Stories.