Mostre

La Triennale di Milano ed Electa celebrano la carriera di Saul Steinberg, tra Milano e New York

Saul Steinberg - Milano New York

Triennale Milano e Electa dedicano un’attesissima mostra a Saul Steinberg (1914-1999), a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari.
Un omaggio che Milano doveva al grande artista, che ha dedicato molte delle sue opere di tagliente intelligenza alla città in cui ha soggiornato negli anni di formazione.

L’allestimento al primo piano di Triennale nella Curva, punto privilegiato del Palazzo dell’Arte, è disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto in dialogo sensibile con l’architettura.

Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti/sculture, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg. Ad accompagnare le opere, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, utili per una più attenta comprensione della vita dell’artista, nonché una selezione accurata di riviste e libri originali, che – a partire dalle famose copertine del ”The New Yorker” – hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg.

350 opere circa, provenienti da importanti istituzioni, quali la Saul Steinberg Foundation, il Jewish Museum e la Hedda Sterne Foundation di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, nonché da collezionisti e amici di Steinberg, in Italia e all’estero.

In questa occasione, viene inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation.

La mostra si inserisce nel percorso che Triennale sta portando avanti su alcuni protagonisti della cultura del Novecento che da Milano hanno sintetizzato un’estetica e una visione del progetto che ha poi avuto influenze in tutto il mondo. Una serie di esposizioni monografiche che restituiscono la grandezza di figure complesse, facendo emergere nuove chiavi interpretative e superando facili etichette e inquadramenti.

Laureatosi avventurosamente alla facoltà di Architettura del Regio Politecnico, Steinberg non ha mai dimenticato gli anni trascorsi a Milano (dal 1933 al 1941), città in cui, oltre a stringere importanti rapporti di amicizia con alcuni protagonisti del vivace mondo culturale milanese di quegli anni – a partire da Aldo Buzzi, suo amico fraterno – si inizia a delineare il suo personale percorso artistico, attraverso i primi contributi alle riviste satiriche degli anni Trenta come Il Bertoldo e il Settebello, tramite i quali ottiene una prima, precoce fama come disegnatore umoristico.

Saul Steinberg Milano New York in Triennale prende spunto proprio da questi esordi per fornire una prima testimonianza del suo rapporto con l’Italia in generale, e con Milano in particolare, senza però tralasciare anche altre città – reali, come Venezia o Carpi, oppure immaginarie, frutto di straordinari pastiches di paesaggi urbani composti da cupole romane e fantasie architettoniche, non riconducibili ad una città specifica ma dal sapore tutto italiano.

Espulso nel 1941 dall’Italia per motivi razziali, Steinberg raggiunse faticosamente nel 1942 gli Stati Uniti, da cui, arruolatosi nelle fila dell’esercito alleato, ripartì con lo scopo di raccontare attraverso i propri occhi gli eventi del conflitto mondiale, andando a toccare oltre ai teatri di guerra di Cina, India e Nord Africa anche il Belpaese.
Dall’esperienza del conflitto scaturirono importanti opere, due delle quali, già esposte nel 1946 al MoMA in occasione della mostra Fourteen Americans, saranno presenti in Triennale.

Nucleo centrale dell’esposizione è un’opera specificatamente realizzata da Steinberg per Milano: quattro disegni preparatori, ciascuno composto da una striscia di carta piegata a fisarmonica lunga fino a 10 metri, che, una volta ingranditi fotograficamente, vennero incisi con la tecnica a “sgraffito” sui muri curvi del Labirinto dei ragazzi, progettato dallo studio di Architettura BBPR per la 10ª Triennale di Milano del 1954. Questi quattro leporelli, parte della donazione alla Biblioteca Braidense, contengono molti dei temi e dei segni artistici che Steinberg svilupperà lungo tutto l’arco della sua carriera. In primis, quello della linea, la cui ingannevole semplicità assume, nelle mani e nel pensiero di Steinberg, declinazioni inesauribili, in un esperimento narrativo continuo.

Per offrire una rappresentazione esauriente del Labirinto, oltre al materiale documentario sul progetto architettonico dei BBPR, proveniente dagli archivi di Triennale, è presente in mostra un Mobile di Alexander Calder, proveniente dalla GAM di Torino, a ricordo di quello che era situato al centro del suo percorso. E non è un caso che Steinberg e Calder si trovassero affiancati all’interno dello stesso progetto: oltre ad essere grandissimi amici (Steinberg scriverà un testo commovente per il necrologio di Calder) i due artisti si erano già trovati a lavorare fianco a fianco, essendo stati convocati entrambi a realizzare delle opere per l’erigendo Terrace Plaza Hotel di Cincinnati, nei tardi anni ’40. Negli anni Settanta, Steinberg dedica a Milano altri disegni di straordinaria intelligenza, raffigurando la città come il suo ricordo gli suggerisce. Ecco quindi le architetture solennemente novecentesche del Regime, ancora immerse in scenari di grottesca quotidianità fascista, i luoghi della sua vita milanese nei dintorni del Politecnico, e altre cartoline dalla sua vita passata: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai.” Accanto a ciò, trova spazio una sintesi il più possibile estesa di tutto ciò che compone il variegato e sorprendente universo di Steinberg: uno sguardo sul mondo che accoglie, interpreta e rielabora temi e soggetti di ogni genere, con uno stile e una visione immediatamente riconoscibili.

Il libro: Steinberg A-Z

La mostra è accompagnata da un libro-catalogo, edito da Electa, dal titolo Steinberg A-Z, organizzato come una “enciclopedia” contemporanea: un volume a cura di Marco Belpoliti che analizza l’opera di Saul Steinberg nei suoi molteplici aspetti, dall’architettura al disegno, dal rapporto con Milano a quello con New York, alle mappe, all’epistolario con Aldo Buzzi, agli artisti che gli furono amici e compagni come Costantino Nivola e Alexander Calder, ma anche Alberto Giacometti e Le Corbusier. Il libro riunisce i contributi di Stefano Boeri, Marco Sammicheli, Claudio Bartocci, Stefano Bartezzaghi, Francesco Cataluccio, Gabriele Gimmelli, Nunzio La Fauci, Francesca Pellicciari, Mario Tedeschini Lalli, Stefano Salis e altri a cui sono state affidate le voci dell’enciclopedia, un centinaio di lemmi circa per offrire uno spaccato dell’universo di Steinberg.

L’allestimento in Triennale

Lo spazio che ospita la grande mostra steinberghiana è quello autorevole per la sua posizione nell’ampio e certo fortemente rappresentativo emiciclo vetrato al primo piano del Palazzo della Triennale. Spazio molto importante nella planimetria del palazzo, ma che, con le sue superfici curve completamente vetrate e luminosissime, ha richiesto soluzioni complesse per l’esposizione delle opere, anche in relazione alla luce molto intensa. “Affrontando con Ico Migliore e Mara Servetto, soliti compagni di viaggio e spesso direttori d’orchestra, questa nuova avventura, si è stabilito che la linea guida del progetto doveva essere quella di un allestimento che valorizzasse la nobile architettura di Giovanni Muzio, progettista del Palazzo” sottolinea Italo Lupi. Filtrata da una prima zona fortemente dinamica per i tagli diagonali e per la ricca testimonianza fotografica e letteraria sulle pareti, la vera sala espositiva è risolta con una serie di teche luminose e tavoli orizzontali, ma soprattutto con la grande libreria che segue attentamente la curva dell’emiciclo e ospita e svela le opere. Si è pensato a questa grande libreria come a un potente diorama capace di raccontare puntualmente la complessità delle opere steinberghiane.
Il necessario controllo della luce, che per molte opere richiede standard rigidissimi, ha imposto l’oscuramento totale delle superfici vetrate. Un colpo d’occhio che sottolinea e non contraddice la comprensione spaziale dell’architettura.
E, da uno spiraglio lasciato libero, corre lo sguardo verso l’angolo verde del Parco Sempione che, nella 10ª Edizione della Triennale, aveva ospitato il Labirinto, storico monumento BBPR/Steinberg. 

La mostra IllusiOcean debutta all’Università di Milano-Bicocca con Mondadori Media e Museo Nazionale del Cinema di Torino

Fino al 31 gennaio 2022 l’Università di Milano-Bicocca ospita la mostra dedicata alla tutela dell’ecosistema marino raccontato attraverso il linguaggio delle illusioni.

Un progetto interattivo e multimediale realizzato grazie alla collaborazione con Mondadori Media e Museo Nazionale del Cinema di Torino e alla partecipazione di quasi 500 studenti delle scuole superiori

Lasciarsi affascinare dalla suggestiva biodiversità del mare e dai segreti del suo meraviglioso ecosistema attraverso il linguaggio delle illusioni. Fino al 31 gennaio 2022, l’Università di Milano-Bicocca ospita “IllusiOcean™”, la mostra ideata e coordinata da Paolo Galli, docente di ecologia dell’Ateneo, e realizzata in collaborazione con Mondadori Media e Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Tra gli scopi dell’esposizione dedicata al mare quello di sensibilizzare la società civile, le scuole di ogni ordine e grado, il mondo accademico e la comunità scientifica sull’importanza di raggiungere gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030), in particolare l’Obiettivo 14: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.

Il percorso espositivo si presenta come un’esperienza interattiva lungo tre aree tematiche.
La prima area si compone di quattro stanze e due corner, ognuno in grado di raccontare un aspetto riguardante il mare: dalla biodiversità degli ecosistemi marini tropicali al problema dell’inquinamento da plastica.

Il viaggio inizia con il corner dedicato alla “Realtà Virtuale”: grazie ai visori 3D sarà possibile esplorare le meraviglie dei reef e scoprire l’attività di coral restoration. Qui, inoltre, si potrà simulare l’esperienza sensoriale di un geyser sottomarino e godersi lo spettacolo della natura.

Nel “Sottomarino delle illusioni” sarà possibile immergersi tra i fondali delle Maldive, arcipelago che ospita le scogliere coralline tra le più grandi al mondo: un’area di oltre 4500 km2 di straordinaria biodiversità e quasi 300 diverse specie di coralli. In questa stanza i visitatori avranno la possibilità di conoscere da vicino gli organismi marini che qui trovano riparo. Per farlo dovranno acuire i sensi: camminando da un lato all’altro dello spazio si vedranno le figure rimpicciolirsi o ingrandirsi e alghe e pesci trasformarsi in forme curiose.

La “Stanza degli specchi” ci consentirà un’incursione tra i banchi di meduse, affascinanti animali marini diffusi nei mari di tutto il mondo, dove fluttuano sospinte dalle correnti. Tra le luminose ombrelle di queste creature, sarà possibile scorgere le tracce della minaccia umana chiamata inquinamento.
Questa stanza è stata progettata con il supporto del maestro vetraio di Murano, Fabio Fornasier, il quale ha realizzato meduse in vetro secondo la caratteristica lavorazione manuale e riprodotto – anche questi in vetro – gli oggetti di plastica che affliggono i nostri mari.

La stanza “Mare sotto i Riflettori, il cinema racconta gli oceani” nasce da una collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Qui sarà possibile vivere una nuova esperienza interattiva per conoscere tutta la magia del cinema sottomarino, attraverso filmati, oggetti e curiosità uniche. «Il rapporto tra uomo e mare è da sempre uno dei temi ricorrenti della storia del cinema» ha sottolineato Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. «Il fascino del mondo sommerso si presta bene alle illusioni e agli effetti speciali. Siamo molto contenti di questa prestigiosa collaborazione, che ci permette di raccontare un altro affascinante tema della Settima Arte».       

Il mare è uno scrigno che contiene tante specie diverse di animali e piante: alcune sono facili da individuare, altre si nascondono e si mimetizzano. Per riconoscerle, servono un occhio esperto, pazienza e tanta attenzione. Nel “Labirinto dei segreti marini” i bambini dai tre a cinque anni potranno divertirsi a cercarli perdendosi tra le pareti di questa stanza speciale.

Il secondo corner, “Messaggio in Bottiglia”, ci riporterà indietro nel tempo, a quando le lettere venivano racchiuse nelle bottiglie di vetro e consegnate alle correnti del mare che le portavano a riva. Oggi per fortuna non serve gettare un messaggio negli oceani per comunicare con il mondo: attraverso il “mare del web”, ogni visitatore potrà lanciare il proprio messaggio di speranza da lanciare sui social entrando in una bottiglia di vetro virtuale.

La seconda area della mostra ospita 30 gigantografie, scattate da alcuni tra i più grandi esperti di fotografia subacquea – tra i quali Massimo Boyer – raffiguranti le suggestive illusioni create dalla natura che rendono ancora più spettacolari i nostri oceani: il mimetismo di alcune specie di pesci, per esempio, o il fenomeno che genera l’effetto delle cascate sottomarine a Mauritius, nell’Oceano Indiano.

Il terzo blocco è dedicato ai lavori svolti dagli studenti dei Licei scientifici Vittorio Veneto di Milano e Luigi Cremona di Milano e dell’Istituto tecnico agrario Emilio Sereni di Roma. Nei mesi scorsi circa 500 studenti hanno partecipato ai “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” progettando e realizzando parti della mostra: ricostruzioni di modellini dei fondali marini, giochi scientifici, cartelloni illustrativi, disegni e audio guide per i visitatori.

«Con IllusiOcean Milano-Bicocca compie un altro passo importante verso la ripartenza, accogliendo scuole, famiglie e cittadini alla scoperta di un percorso espositivo dedicato al mare. Siamo felici di inaugurare questa mostra che grazie al linguaggio delle illusioni è, non solo divertente, ma anche in grado di far riflettere su una delle priorità fissate dall’Agenda 2030 dell’Onu: la tutela della salute del mare. Una sfida che vede impegnati ogni giorno i nostri ricercatori nello studio di soluzioni di sviluppo sostenibile per la salvaguardia dell’ecosistema marino» ha dichiarato il prorettore vicario, Marco Orlandi.

La mostra è gratuita e aperta alla cittadinanza tutti i venerdì dalle 11 alle 18 e al sabato, per due volte al mese, negli stessi orari, presso la Galleria della scienza (Edifici U1/U2, piano -1
Piazza della Scienza, Milano).
Per accedere è necessaria la prenotazione sul sito illusiocean.it e la presentazione del green pass all’ingresso.
In più, tutti i martedì e i giovedì mattina, dalle 8 alle 10 o dalle 11 alle 13, scrivendo a illusiocean@unimib.it, è possibile prenotare visite guidate riservate alle scuole.

Grazie alla collaborazione con Mondadori Media, da fine ottobre la mostra “IllusiOcean™” sarà fruibile anche online, in esclusiva sul sito di Focus, il mensile più letto in Italia, punto di riferimento di appassionati e curiosi di tecnologia, scienza, natura, medicina e innovazione. Accedendo alla sezione dedicata di Focus.it., i visitatori potranno navigare in modalità immersiva all’interno delle stanze delle illusioni e scoprire, lungo il percorso virtuale, numerose curiosità sul mare e sui suoi abitanti.

«La mostra dell’Università Bicocca organizzata dal professor Paolo Galli sulle illusioni ottiche e il mare è originale, stimolante e divertente. Tre aggettivi che fanno parte da sempre del DNA di Focus e ci è venuto dunque naturale offrire la nostra partnership a IllusiOcean. Partnership che, oltre a raccontare e a descrivere l’esposizione, permetterà di visitarla virtualmente su Focus.it» ha dichiarato il direttore di Focus, Raffaele Leone.  «Originale perché nasce da un’idea inedita e creativa; stimolante perché vuol spingere a riflettere sulle meraviglie del mare e sulla necessità di preservarle; divertente perché la modalità di comunicazione è giocosa con gli effetti speciali delle illusioni ottiche. Focus poteva non esserci?».

L’esperienza con “IllusiOcean™” non si limita alla mostra. Durante tutto il periodo dell’esposizione è previsto un ricco programma di iniziative promosse da Focus e da Focus Junior, il magazine punto di riferimento nel mondo kids, per sensibilizzare lettori, docenti e studenti sul mondo marino e approfondire i temi dell’iniziativa. A partire dal numero di Focus in edicola questo mese, interamente dedicato all’importanza dell’acqua: dal ciclo del mare, vero motore liquido del Pianeta, alla vita dei cetacei che popolano le acque della nostra Penisola, fino ad arrivare al racconto della clinica dei coralli alle isole Maldive, con tanti contenuti speciali da non perdere.

Ogni settimana, su focusjunior.it e sui canali social del magazine, i ragazzi troveranno, inoltre, approfondimenti e curiosità sui temi sviluppati dalla mostra, ma non solo. Potranno, infatti, condividere con la redazione foto, articoli, idee e suggerimenti per prendersi cura dei mari e degli oceani, inviandoli all’indirizzo mail focusjunior@focusjunior.it: i contenuti più originali saranno pubblicati online e sulla rivista. «I bambini e i ragazzi sono preoccupati per il cambiamento climatico e il futuro del pianeta: come sempre, Focus Junior darà voce ai loro pensieri e alle loro proposte» ha dichiarato Sarah Pozzoli, direttrice di Focus Junior.

La mostra è patrocinata dalla Società italiana di Ecologia (S.It.E), da Regione Lombardia e dal Comune di Milano.

Electa presenta la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”

La reggia di Nerone riapre al pubblico con la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”

La Domus Aurea riapre al pubblico con un percorso di visita ricco di novità e con una mostra organizzata e prodotta da Electa

La mostra

“Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” è la mostra pensata per il cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio (6 aprile 2020), allestita nella Sala Ottagona e negli ambienti circostanti con straordinari apparati interattivi e multimediali.

Intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, Raffaello fu il primo artista rinascimentale a comprendere la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli organicamente, grazie alle sue profonde competenze antiquarie, in numerosi capolavori ricordati in questa esposizione. Curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, è promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa.

Il progetto narra l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea di Nerone. Una storia che comincia intorno al 1480, quando alcuni pittori, tra i primi Pinturicchio, Filippo, Lippi e Signorelli, si calano nelle cavità del colle Oppio – definite appunto grotte – per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche, e da allora chiamate “grottesche”, di antichi ambienti romani. Stavano scoprendo, senza ancora saperlo, le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone celebrato dalle fonti.

La mostra, il cui allestimento e interaction design sono progettati da Dotdotdot, si sviluppa nella Sala Ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi. Alle proiezioni digitali si aggiunge un progetto di sound design che, in tempo reale, genera una colonna sonora basata sulle musiche romane e rinascimentali.

La visita

La mostra è visitabile tutti i giorni, e dal venerdì alla domenica è compresa nella visita guidata del cantiere della Domus Aurea. Per info: https://parcocolosseo.it/ e raffaellodomusaurea.it 

I marmi di Torlonia

Meroledì 14 ottobre apre le porte al pubblico nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli a Roma,  la mostra “I marmi di Torlonia. Collezionare capolavori”, curata da Salvatore Settis e Carlo Gasparri con l’allestimento di David Chipperfield Architects Milano.

Sono più di 92 le opere selezionate tra i 620 marmi catalogati della collezione privata più prestigiosa di sculture antiche, la collezione Torlonia, significativa per la storia dell’arte, degli scavi, del restauro, del gusto, della museografia, degli studi archeologici.

La mostra è curata nell’organizzazione, nella promozione e nel catalogo dalla nostra casa editrice Electa. Le sculture ripercorrono il formarsi della raccolta Torlonia, costituendo uno spaccato altamente rappresentativo e privilegiato della storia del collezionismo di antichità in Roma dal XV al XIX secolo. Le opere non sono solo insigni esempi di scultura antica (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi), ma anche il riflesso di un processo culturale – gli inizi del collezionismo di antichità e il passaggio dalla collezione al Museo – di fondamentale importanza.

L’esposizione segna il primo passo dell’accordo siglato il 15 marzo 2016 tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e la Fondazione Torlonia ed è il risultato dell’intesa istituzionale sottoscritta dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e dalla Soprintendenza Speciale di Roma con la stessa Fondazione Torlonia. 

 www.torloniamarbles.it

#TorloniaMarbles

100 capolavori di de Chirico in mostra a Milano

Palazzo Reale apre le porte alla mostra “de Chirico” in collaborazione con Electa

Viviamo in un mondo fantasmico con il quale entriamo gradatamente in dimestichezza

Giorgio de Chirico, 1918

Apre al pubblico il 25 settembre la grande mostra, in collaborazione con Electa, su Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) che attraverso un centinaio di capolavori ricostruisce l’irripetibile carriera del pictor optimus.

Le sale di Palazzo Reale a Milano, a distanza di quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, tornano a ospitare l’opera di de Chirico in una straordinaria retrospettiva curata da Luca Massimo Barbero: un percorso espositivo fatto di confronti inediti e accostamenti irripetibili che svelano il fantasmico mondo di una delle più complesse figure artistiche del XX secolo. 

L’esposizione offre la chiave d’accesso a una pittura ermetica che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla Metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco.

Il cospicuo corpus di opere in mostra proviene da importanti musei internazionali tra i quali la Tate Modern di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, The Menil Collection di Huston e il MAC USP di San Paolo in Brasile. Numerose sono anche le istituzioni milanesi: il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Pinacoteca di Brera e Villa Necchi Campiglio. 

Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali come in una catena di reazioni visive che, come scriveva de Chirico nel 1918, rincorrono “il demone in ogni cosa […] l’occhio in ogni cosa [perch.] Siamo esploratori pronti per altre partenze”.

Informazioni pratiche

Milano, Palazzo Reale
25 settembre 2019 – 19 gennaio 2020

st art. L’arte per tutti presenta “Uno sguardo sul mondo” di Evaristo Petrocchi

È dedicata all’artista ambientale Evaristo Petrocchi la nuova mostra dal titolo “Uno sguardo sul mondo” che il Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano ospita dal 5 settembre al 5 ottobre 2019, nell’ambito della rassegna “st art. L’arte per tutti”, il progetto di Mondadori Store a cura di Angelo Crespi. Con i suoi collages assemblati con materiali naturalistici e industriali, Evaristo Petrocchi porta avanti un importante progetto internazionale contro i cambiamenti climatici, in un viaggio ideale da terra a terra che, dopo diverse peregrinazioni in tutta Europa, approda a Milano.

A partire da una rilettura in chiave naturalistica del famoso quadro di Bocklin, “L’isola dei morti”, nascono due fra le più importanti opere della produzione artistica di Petrocchi, “Inside the Room” e “Inside the Isles”, che reinterpretano la suggestione di Bocklin con l’intento di diffondere una cultura di tutela a favore dell’ambiente e contrastare le preoccupanti trasformazioni della Terra. Così, il discorso artistico di Petrocchi diventa un modo per riflettere sul presente e sui cambiamenti che sconvolgono il Pianeta nelle sue implicazioni più profonde, a livello simbolico e metafisico.

All’opera ispirata a Bocklin ne sono seguite altre, con le quali l’artista ha assemblato una moltitudine di baccelli con materiali scuri che riecheggiano il petrolio, dando il senso della forza della natura inquieta ed il disagio dell’Uomo quando si altera l’identità dei luoghi. La lettura e la produzione dell’opera d’arte crescono in un territorio denso, e guardano alla profondità delle cose al di là della banalità del loro esistere. È un processo di ricerca dell’essenza e dell’identità di luoghi, persone o eventi analizzando le possibilità di un altro esistere, sempre nella contemporaneità in cui viviamo, ma con forme di osservazione diverse. Non si tratta di una pura operazione di metalinguaggio ma di esternazione di ciò che l’artista sente in luoghi fisici, spirituali o culturali, e che ho avuto modo di avvicinare. Fra i temi cari all’artista emerge anche la commistione di “nuovo” e “antico”, restituita nell’opera che Petrocchi dedica alla Fondazione Prada. Qui si confrontano due elementi fondamentali dell’architettura caratteristica di Milano, dove la conservazione di elementi architettonici del passato convive con nuove e geniali strutture della modernità, per unirsi in una simbiosi inscindibile. Di fronte a questo scenario perfetto l’artista aggiunge un altro elemento dirompente, sintesi della conservazione e dell’innovazione architettonica, ossia l’inquietudine della natura.

“Quale può essere lo strano fenomeno atmosferico o naturalistico che sta accadendo? – si domanda Evaristo Petrocchi. – La natura sfugge a qualsiasi razionalizzazione urbanistica e architettonica, anche se la sua agitazione dipende dalle profonde alterazioni climatiche e ambientali che il nostro mondo sta subendo. I lavori sono densamente sentiti dall’artista, in questo caso da me stesso, come immagini fondanti dell’arte che produco ed al tempo stesso come un messaggio culturale ed ambientale di tutela e conservazione della Terra”.

“Uno sguardo sul mondo” di Evaristo Petrocchi di Angelo Maria Crespi Il glicine è un arbusto volubile i cui rami si avvitano seguendo la rotazione della terra. A secondo delle specie, se originarie dell’emisfero boreale o australe, ruota in senso orario o antiorario. Anche i baccelli, seccando, s’attorcigliano a spirale e poi, letteralmente, esplodono lasciando che i  semi si spargano e trovino (o non trovino) il terreno giusto per fecondare. La vita procede in questo modo assecondando il ritmo segreto dell’universo: si sviluppa per strutture organizzate e schemi segnati, ma anche il caso gioca il suo ruolo. Non è dunque strano che proprio i baccelli e i semi del glicine siano utilizzati da un artista raffinato come Evaristo Petrocchi, quali simboli di questo sommovimento nascosto della Natura, essendo il suo un lavoro fortemente indirizzato verso un pensiero ecologista, militante ma nel senso più puro del termine, una militanza innanzitutto estetica. Petrocchi si nuove infatti tra arte povera e concettuale, ma con uno spirito contemporaneo che si manifesta, per esempio, nell’uso dell’immagine fotografica. I suoi collages, frutto di sovrapposizioni di materiali naturali (i baccelli o i nidi di vespe) e industriali (come il bitume), rimandano alla perfezione, per metafore e avvicinamenti – e così deve fare l’arte, dire senza indicare – al suo impegno politico, avendo egli sviluppato in questi anni un importante progetto sui cambiamenti climatici, tema di pressante attualità.

Se da un lato dunque c’è l’arte impegnata, dall’altra, Petrocchi non nega però le potenzialità dell’arte per l’arte, cioè del discorso artistico fine a sé stesso, che vive di rimandi e citazioni quasi letterarie, ed è autonomo rispetto al mondo che ci circonda, e che procede per evi e non per spazio. Una delle sue fonti, per esempio, è quell’Isola dei morti di Böcklin che tanti artisti ispirò dalla fine Ottocento; e cosa dire del suo “Non ti scordar di me”, un pastrano reso scultura e poi dipinto che rimanda, ma in modo plastico, alle pitture algide degli indumenti di Gnoli.
In questo senso, l’uso del simbolo sfocia fin nel metafisico: “Inside the room” è la sublimazione di questo slittamento quasi semantico, per il quale le tende apposte alla fotografia, fisicamente e materialmente presenti, diventano il velo che nasconde o che solo lascia intravedere, appena, la verità della vita dietro; “verità” che, nel suo significato etimologico profondo, dal greco “aletheia”, così arguiva il filosofo tedesco Heidegger, significa appunto la cosa svelata, la cosa a cui è stato tolto il velo.

EVARISTO PETROCCHI
Artista ambientalista, è nato a Roma nel 1954. Vive e lavora tra Roma ed Assisi. Attualmente compone collages assemblati con materiali naturalistici e industriali, che unisce a immagini fotografiche. Ha pubblicato Nell’immagine fonda (Fabrizio Fabbri editore, 2012) in occasione della mostra tenuta al Museo di Arte Contemporanea di Perugia di Palazzo Penna, a cui è seguito il progetto – mostra Inside the Isles, presentato per la prima volta ad Ancona nel 2017. Ad EXPO 2015 ha presentato il progetto ideato e curato per ANCI, Italia Nostra e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, denominato Progetto Nazionale Orti Urbani, come forma di agricoltura sociale e culturale dei territori italiani e come modulo etico di vita per le popolazioni.

st art. L’arte per tutti presenta Fiori di Luglio di Vincenzo Lo Sasso

In mostra fino al 1° settembre nel Mondadori Megastore in Duomo a Milano

st art L’arte per tutti, il progetto culturale di Mondadori Store curato da Angelo Crespi, nato con l’obiettivo di presentare e valorizzare gli artisti italiani e avvicinare il pubblico all’arte contemporanea non va in vacanza. Al contrario, la rassegna prosegue per tutta l’estate con una nuova esposizione e un nuovo artista. Vincenzo Lo Sasso è il nuovo protagonista di st art con la mostra “Fiori di Luglio”, che sarà inaugurata mercoledì 17 luglio alle 19.00 nello spazio eventi al 3° piano del Mondadori Megastore di piazza Duomo. L’ispirazione della mostra nasce durante un soggiorno a Minorca dove l’artista rimane folgorato dalla bellezza dei fiori dell’aglio, fiori selvatici che crescono spontaneamente sull’intero territorio dell’isola. Fiore delicato dallo stelo dritto e altissimo (fino a 2 metri), complesso e cangiante, il fiore dell’aglio riporta alla memoria di Vincenzo Lo Sasso le immagini delle meravigliose modelle fotografate nel corso della sua precedente carriera, sviluppatasi nel mondo della moda durante gli anni Ottanta. Lo Sasso raccoglie un centinaio di fiori e, una volta rientrato nello studio milanese, realizza una serie di immagini fotografiche, stampate su alluminio, che verranno esposte nel 2013, con una mostra itinerante, a Bari nella Chiesa della Vallisa, al Museo provinciale di Potenza e alla Cattedrale di Oria.

In seguito, ispirato dalla bellezza dei soggetti, Vincenzo Lo Sasso decide di realizzare dieci quadri a olio su tela, dalle dimensioni di 70×100 centimetri, che rappresentano la sua ultima, inedita produzione d’arte. E sono proprio queste le opere che saranno esposte al Mondadori Megastore fino al 1 settembre.

Fotografo, scultore e pittore, Vincenzo Lo Sasso è un artista poliedrico: dall’algida ed elegante immagine della fotografia di moda all’afflato lirico della pittura, l’artista dimostra in questa occasione una “sospensione” del genere “astratto”, tipico delle sue fotografie d’arte ispirate alla relativa produzione scultorea, varcando la soglia del figurativo.

VINCENZO LO SASSO

Nato a Taranto da padre lucano e madre piemontese, Vincenzo Lo Sasso in giovane età comincia un percorso artistico caratterizzato da un’intensa attività pittorica, su supporti tradizionali. Dopo gli studi di architettura a Milano, la sua carriera professionale si sviluppa, a livello nazionale e internazionale, tra fotografia di moda, teatro e mondo dello spettacolo. È stato fotografo di Eros Ramazzotti, Gianni Morandi e Anna Oxa, nonché pubblicitario per Wella, L’Oréal e Schwarzkopf. Da oltre vent’anni si dedica completamente all’arte. Ha esposto in varie mostre in Italia e all’estero. Attualmente è in corso la mostra “La presente assenza”, con l’artista Ivano Sossella, negli spazi espositivi della Fondazione Sangregorio Giancarlo, Sesto Calende (Varese), a cura di Angelo Crespi e Emanuele Beluffi.

st art. L’arte per tutti
FIORI DI LUGLIO di Vincenzo Lo Sasso

Inaugurazione: mercoledì 17 luglio ore 19.00
Opere esposte fino a: domenica 1 settembre 2019
Luogo: Mondadori Megastore, piazza Duomo 1 Milano – Spazio eventi – 3° piano
Orari: 9 – 23 | Ingresso mostra: libero | www.mondadoristore.it | #StartInStore

Il Raffaello dell’Ambrosiana. In principio il Cartone

Dopo quattro anni di intenso lavoro, è giunto al termine il restauro del Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il progetto di restauro e valorizzazione e il nuovo allestimento realizzato dallo Studio Boeri, all’interno di una teca espositiva sigillata da un unico vetro, il più grande d’Europa, in cui l’opera è stata inserita, sono stati mostrati alla città di Milano e al pubblico internazionale oggi, 27 marzo 2019, con l’evento espositivo Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone.

Una vera e propria rarità – in quanto abitualmente i cartoni preparatori venivano distrutti o erano comunque eliminati – quest’opera fu acquistata dal Cardinal Borromeo per il suo progetto dell’Ambrosiana, diventandone uno dei pezzi di maggior prestigio e richiamo.

 

Si tratta del più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto (misura 285×804 centimetri) ed è interamente realizzato dalla mano di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) come disegno preparatorio a grandezza naturale della Scuola di Atene, uno dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano.

Benché l’opera sia nota come Scuola di Atene, il titolo corretto è La Filosofia: le quattro pareti della Stanza della Segnatura propongono infatti – secondo un complesso programma iconografico – la Filosofia, la Teologia (Disputa sul Santissimo Sacramento), la Giurisprudenza (Le Virtù) e la Poesia (Il Parnaso).

Il Cartone dell’Ambrosiana si è conservato perché si trattava di un “ben finito cartone” e servì come riferimento per l’esecuzione dell’affresco, mentre per trasferire il disegno sul muro si ricavò da esso un cartone sostitutivo.

L’esposizione del Cartone sarà accompagnata da una pubblicazione bilingue italiano/inglese a cura di Electa Editore con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana. Il volume, nella forma del picture book, permette al lettore di immergersi nella visione dell’opera, accompagnato da uno spettacolare apparato iconografico ricco di dettagli in formato 1:1 e supportato da testi agili e descrittivi che ne guidano la lettura.

 

Ph. Gianluca di Ioia

Arte e letteratura a Mantova con Chagall e il Festivaletteratura

La città di Mantova si trasforma a settembre nel punto di riferimento per gli appassionati di arte e letteratura: mercoledì 5 settembre 2018 inizia il Festivaletteratura e apre al pubblico la mostra dedicata a Marc Chagall.

La 22sima edizione del Festivaletteratura, l’annuale appuntamento dedicato ai libri e alla letteratura, animerà la città da mercoledì 5 a domenica 9 settembre. Cinque giorni di incontri con narratori e poeti, reading, percorsi guidati, spettacoli e concerti in vari luoghi di Mantova, in un’atmosfera di festa che coinvolge tutto il capoluogo.

Il nostro Gruppo sarà presente con tanti autori e appuntamenti organizzati dalle nostre case editrici: Edizioni Piemme, Einaudi, Frassinelli, Mondadori, Mondadori – Libri per ragazzi, Rizzoli (qui il programma generale).

Sempre il 5 settembre inaugura a Palazzo della Ragione Marc Chagall. Come nella pittura così nella poesia, la mostra dedicata al pittore Marc Chagall che, insieme a Picasso e Robert Delaunay, ha forse ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici militanti del Novecento. L’esposizione, organizzata e prodotta da Electa, espone oltre 130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca: opere straordinarie che rappresentano il momento più rivoluzionario e meno nostalgico del suo percorso artistico.

La mostra, a cura di Gabriella Di Milia in collaborazione con la Galleria di Stato Tretjakov di Mosca, rimarrà aperta fino al 3 febbraio 2019.

Electa presenta la 1° edizione di Milano Graphic Art

Electa è tra gli organizzatori della prima edizione di Milano Graphic Art, una due giorni dedicata alla grafica d’arte che animerà il weekend del capoluogo lombardo con oltre 50 appuntamenti tra esposizioniworkshop e dimostrazioni presso stamperie e studi d’artista.

Sabato 12 e domenica 13 maggio, intenditori e curiosi potranno approcciarsi a questo particolare genere di produzione artistica: un’occasione unica per scoprire e apprezzare un’attrattiva poco conosciuta di Milano, polo fondamentale di una rete internazionale di scambi di idee e materiali.

Ad aprire le proprie porte al pubblico saranno alcuni importanti istituti come l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco, ma anche le aule, le officine e gli studi di associazioni, stampatori, incisori e disegnatori sparsi per la città.

L’incontro diretto con gli artisti avrà luogo negli spazi espositivi allestiti presso le maggiori biblioteche di pubblica lettura e si svilupperà in un dialogo incentrato sulle tecniche e sui materiali. Il ricco programma consentirà ai visitatori di fare pratica dell’incisione, prendere parte a laboratori specializzati ed assistere a dimostrazioni sulle sperimentazioni grafiche più recenti.

L’iniziativa, curata da un gruppo di studenti dell’Università Cattolica di Milano, si colloca nell’ambito di “Novecento di carta”, la mostra allestita presso il Castello Sforzesco che conserva più di 200 opere tra disegni, incisioni e libri d’artista di oltre 100 celebri maestri del secolo scorso.