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Einaudi
Secondo editore italiano del mercato trade, con una quota del 5,6% nel 2023, si distingue per una produzione editoriale caratterizzata dal gusto per la scoperta, impegno culturale e qualità del libro.
Il successo del marchio Einaudi è frutto sia dell’eccellenza della sua programmazione editoriale, sia della sua solidità commerciale. La valorizzazione del catalogo, un’accurata politica d’autore e una costante ricerca di nuove proposte si confermano come i tratti distintivi della casa editrice, proseguendo e innovando un lavoro di anni, con un occhio a quel che si può prevedere del futuro e uno a quel che non si deve dimenticare del passato.
continuaSecondo editore italiano del mercato trade, con una quota del 5,6% nel 2023, si distingue per una produzione editoriale caratterizzata dal gusto per la scoperta, impegno culturale e qualità del libro.
Il successo del marchio Einaudi è frutto sia dell’eccellenza della sua programmazione editoriale, sia della sua solidità commerciale. La valorizzazione del catalogo, un’accurata politica d’autore e una costante ricerca di nuove proposte si confermano come i tratti distintivi della casa editrice, proseguendo e innovando un lavoro di anni, con un occhio a quel che si può prevedere del futuro e uno a quel che non si deve dimenticare del passato.
La casa editrice Einaudi nasce a Torino nel 1933, fondata da un gruppo di amici, allievi del liceo classico D’Azeglio. Insieme a Giulio Einaudi fanno parte del nucleo iniziale Leone Ginzburg, Massimo Mila, Norberto Bobbio, Cesare Pavese, affiancati successivamente da altri come Natalia Ginzburg (moglie di Leone) e Giaime Pintor.
Dopo la morte di Ginzburg, torturato e ucciso dai nazisti a Roma nel 1944, la Einaudi continua la sua attività: alla redazione romana c’è Pavese, in quella milanese Elio Vittorini, alla sede di Torino prima Mila, poi Pavese. Fondamentale, nell’immediato dopoguerra, la pubblicazione delle opere di Gramsci.
Chi prende di fatto la funzione di guida dell’Einaudi è Pavese. Con lui la casa editrice diversifica la sua produzione saggistica (aprendosi all’antropologia e alla psicanalisi) e comincia a essere un punto di riferimento anche per la narrativa italiana e straniera e per i classici, con le collane dei Coralli, dei Supercoralli e dei Millenni.
Dopo la sua morte (1950), la casa editrice, coordinata da Luciano Foà, si impegna, soprattutto attraverso la serie I gettoni di Vittorini, a rinnovare la narrativa italiana promuovendo nuovi autori come Beppe Fenoglio, Franco Lucentini, Ottiero Ottieri, Lalla Romano, Mario Rigoni Stern, Anna Maria Ortese, Leonardo Sciascia e molti altri. Ma è anche importante la continuità della riflessione politica che si svolge in una collana come quella dei Libri bianchi, nata all’indomani della crisi del 1956, con i fatti di Ungheria e la rivelazione dei crimini di Stalin.
Vittorini e Calvino guidano la ricerca letteraria sui percorsi di una progressiva sperimentazione, attentissimi a quanto accade di più innovativo in Europa e in America, mentre Giulio Bollati coordina l’insieme delle proposte saggistiche e le collane di classici, proponendo una rilettura profonda e inquieta della modernità. La Pbe (Piccola biblioteca Einaudi) da un lato (1960), la Nue (Nuova universale Einaudi) dall’altro (1962), mettono a punto una sorta di enciclopedia in divenire, con un duplice sguardo che punta al futuro delle varie discipline di pensiero e al passato della tradizione letteraria e filosofica, dove la tradizione serve per leggere meglio i nodi della contemporaneità.
La scoperta letteraria e la riflessione politico-culturale formano una sorta di doppio passo della casa editrice. Emblematico è il 1965, in cui nascono contemporaneamente due collane come Nuovo Politecnico, diretta da Bollati – piccoli libri che affrontano i problemi politici e sociali senza mai limitarsi alla descrizione, ma scavando nelle questioni teoriche sottostanti – e La ricerca letteraria, diretta da Guido Davico Bonino, che va a scovare i più significativi testi sperimentali in Italia e all’estero. Doppio passo che prosegue con la nascita della Serie politica (1968) e di Einaudi Letteratura (1969).
Gli anni Settanta sono il momento in cui l’Einaudi fa il massimo sforzo per ampliare il proprio pubblico e ottiene enormi risultati di diffusione. Nella saggistica l’esempio più eclatante è l’impresa della Storia d’Italia in sei grossi tomi (1972-1976), diretta da Ruggiero Romano e Corrado Vivanti, che nonostante non abbia nulla di divulgativo, vende più di 100 mila copie. Nella narrativa basta citare un bestseller assoluto come La storia di Elsa Morante, con circa un milione di copie. E poi nascono Gli struzzi, che sono una sorta di collana semi-economica dove passa tutto il meglio di quanto l’Einaudi ha già pubblicato in altre collane, e le Centopagine di Calvino che disegnano il profilo dei classici della modernità. Nasce anche l’Enciclopedia in 15 volumi (1977-1982), diretta da Ruggiero Romano, che si avvale dell’apporto dei più importanti studiosi di tutto il mondo: l’opera, che ha una struttura complessa e molto innovativa, non avrà lo stesso successo della Storia d’Italia, anche se supererà comunque le 35 mila copie.
Gli anni Ottanta sono anni difficili per la casa editrice, che passa attraverso una grave crisi finanziaria ma, nonostante tutto, riesce a pubblicare autori nuovi, a impostare nuove collane come Microstorie, diretta da Carlo Ginzburg e Giovanni Levi, e Scrittori tradotti da scrittori, ideata e seguita personalmente da Giulio Einaudi, a costruire un’opera in molti volumi come la Letteratura italiana diretta da Alberto Asor Rosa, che è diventata subito un punto di riferimento imprescindibile per lo studio e la consultazione.
Con gli anni Novanta c’è stato un parziale ricambio generazionale e un rinnovato impegno su tutti i fronti “storici” della casa editrice: la letteratura, e in particolare la narrativa straniera, con il lancio o il rilancio di autori come Abraham Yehoshua, Ian McEwan, Don DeLillo, José Saramago, Günter Grass, Paul Auster, John Maxwell Coetzee e tanti altri; la saggistica e le grandi opere, con la nascita della Biblioteca Einaudi e il rinnovamento della Pbe; i classici, con l’avvio della Biblioteca della Pléiade.
Si è poi aperto un nuovo fronte: quello dei tascabili, che l’Einaudi non aveva sostanzialmente mai avuto e che rapidamente diventano una parte importante della casa editrice, crescente negli anni, fino ad assumere nel 2005, sotto il marchio ET (Einaudi Tascabili), una fisionomia diversificata per genere e formato.
Nel 1996 nasce Stile libero, collana di tendenza, rivolta principalmente a un pubblico giovanile ma non solo, che ha da subito presentato le novità più interessanti della letteratura e della cultura underground e pop. Nel corso degli anni Duemila, sempre attento alla ricerca e agli esordi letterari, Stile libero diventa un vero e proprio sistema editoriale, articolato in collane che spaziano dalla narrativa ai dvd, dalla varia al noir, dal graphic novel alla saggistica. Tra i principali successi della formula Stile libero Niccolò Ammaniti, Michel Faber, Wu Ming, Edward Bunker, Giancarlo De Cataldo.