Vittorio Sereni: 110 anni di poesie da celebrare
Il 27 luglio sarà l'anniversario del grande poeta del Novecento italiano che è stato Direttore editoriale della nostra casa editrice Mondadori
Nato il 27 luglio 1913, Vittorio Sereni è stato uno dei più grandi poeti del Novecento italiano. Oggi, nell’anniversario dei 110 anni dalla morte, ricordiamo non solo un poeta, ma anche uno scrittore, un traduttore e un direttore letterario della nostra casa editrice Mondadori. L’amico e critico Pier Vincenzo Mengaldo disse di lui – e di poche altre figure della lirica italiana novecentesca si può dire – che “l’uomo e il poeta facevano tutt’uno“.
Vittorio Sereni viveva la poesia come una divorante passione, senza falsi pudori: una passione fatta di attese, della capacità di selezionare i componimenti. È per questo che Sereni ha concentrato il suo estro supochi testi, essenziali, derivati da una assoluta necessità interiore e dotati di una impareggiabile finitezza formale.
Nato a Luino, dei dieci anni di vita trascorsa lì conservò sempre ricordi vaghi e felici. Quando la famiglia si trasferì a Brescia per permettergli di frequentare il liceo, Vittorio Sereni si dimostrò un brillante studente che iniziava a scrivere poesie sui suoi speciali “quaderni verdi”.
Ma è all’università, a Milano negli anni Trenta, che comincia a far parte del circolo dei giovani che attorniano Antonio Banfi (come Giosuè Bonfanti, Antonia Pozzi, Gianluigi Manzi, …). I legami creati qui proseguono con la partecipazione alla redazione della rivista Vita giovanile, finanziata da Ernesto Treccani, e con la pubblicazione di alcune prime poesie: Lo scriba e Terre rosse sul Meridiano di Roma, e Inverno a Luino e Concerto in giardino presentate su Frontespizio da Carlo Betocchi.
A cambiare le sorti della sua vita e della sua poetica è il richiamo al fronte nel 1942: l’esperienza bellica lo segna dolorosamente, spostandolo dapprima in Africa, poi in Grecia, poi in Sicilia, e costringendolo infine alla prigionia in Africa in campi di concentramento fino alla fine del conflitto. L’amarezza data da questa esperienza riaffiorerà in tutta la sua produzione dopo la guerra.
Tornato in Italia, conosce Umberto Saba, Vasco Pratolini, Giansiro Ferrata e Sergio Solmi. E nel 1947, finalmente pubblica Diario d’Algeria: un vero e proprio diario autobiografico che tiene traccia degli spostamenti legati all’esperienza militare.
Nella sua vita Vittorio Sereni passa dall’insegnamento al mondo dell’industria (con la direzione dell’ufficio propaganda e pubblicità alla Pirelli), fino a che nel 1958 viene nominato direttore editoriale alla Mondadori. Nel 1969 diventa anche il primo direttore della nostra rinomata collana I Meridiani. Qui rimarrà fino al suo pensionamento nel 1975, portando avanti contatti e amicizie con numerosi letterati, anche giovanissimi, verso i quali avrà sempre acuta curiosità ed eserciterà finissimo intuito critico.
Una vita piena di esperienze, di scrittura e di poesia quella di Vittorio Sereni, che ha regalato al nostro Paese versi pieni della sua storia personale, ma anche di quella italiana.