Nuovo Devoto-Oli

Nuovo Devoto-Oli 2024: il vocabolario dell’italiano contemporaneo

Me too, ecoansia, permacrisi, quiet quitting: entrano nell’edizione 2024 del Nuovo Devoto-Oli le parole che raccolgono le sfide delle nuove generazioni per costruire un futuro migliore

Tassello fondamentale della cittadinanza attiva, il vocabolario è oggi lo strumento indispensabile per definirsi, formarsi e diventare cittadini consapevoli, attraverso l’acquisizione, la padronanza e l’uso di un lessico corretto e appropriato. Parole che servono a immaginare, raccontare, capire il presente e costruire il futuro.

Confermandosi come straordinario testimone del nostro tempo, il Nuovo Devoto-Oli 2024 continua a riflettere e raccontare i cambiamenti culturali e sociali del presente. Lo fa raccogliendo le parole che più esprimono le sfide affrontate dalle nuove generazioni, che lottano contro le violenze sessuali ai danni delle donne negli ambienti di lavoro, che protestano per tutelare il futuro del pianeta, che vogliono fermare la continua successione degli stati di emergenza, che pongono limiti al lavoro a favore della vita privata: me too, ecoansia, permacrisi, quiet quitting….

Ma lo fa anche promuovendo le parole che danno voce a un futuro più sostenibile ed equo. Sul sito www.devoto-oli.it sarà infatti disponibile un percorso di avvicinamento all’Agenda ONU 2030, che mette a disposizione di studenti e insegnanti infografiche, mappe concettuali, materiali specifici e approfondimenti relativi a ciascuno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), indicati nell’Agenda dalle Nazioni Unite come programma d’azione per le persone, la pace, la prosperità e il pianeta.

Come per le precedenti edizioni, inoltre, anche al Nuovo Devoto-Oli 2024 si affianca un concorso rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado, che verrà lanciato a gennaio: #le parolechesiamo, il futuro che costruiamo.

Altre 400 le nuove parole e i nuovi significati che insieme ai già citati me too, ecoansia, permacrisi, quiet quitting entrano nell’edizione 2024, tratti come di consueto dall’attualità (ergastolo ostativo, transizione energetica, familicidio), dalla politica (permacrisi, razzializzare, guerra mondiale a pezzi, front runner, underdog), dall’economia e dalla finanza (price cap, decumulo), dalla cultura e dai mass media (entomofobia, smishing, fat shaming), dai giornali e dalla televisione (glamping, hype, switch-off), dai gerghi e modi di dire (memare, quittare, shippare, streammare, triggerare) e dalle nuove mode e tendenze (amuse-bouche, fregola, guttiau e panko).

Un’edizione che vede concluso il ciclo di riscritture, iniziato nel 2021, che ha toccato i lemmi di ambiti semantici differenti, tra i quali quelli di base (uomo, donna, stato) e diverse locuzioni, come angelo del focolare o color carne, per cogliere le sfumature della società che cambia e la mutata sensibilità generale su temi quali il genere o la discriminazione.

Restano infine centrali le tre rubriche di “pronto soccorso linguistico”, bussola indispensabile per orientarsi tra le insidie della lingua nei vari contesti e scoprire le parole più giuste per esprimersi correttamente: Parole minate che aiuta a scrivere e parlare evitando gli errori più diffusi, Questioni di stile per esprimersi in maniera appropriata a seconda della situazione (il cane non si “esce” e le valigie non si “salgono”) e Per dirlo in italiano che suggerisce alternative alle parole inglesi troppo spesso abusate quali appeal (fascino), workshop (seminario o laboratorio), location (luogo).

La grande attenzione ai problemi e al linguaggio della contemporaneità rimane dunque la caratteristica principale del Nuovo Devoto-Oliarrivato alla settima edizione dopo il completo rinnovamento che, a partire dall’opera concepita da Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli nel lontano 1967, ha prodotto una nuova idea di vocabolario, sotto la guida di Luca Serianni e di Maurizio Trifone, che nel tempo si sono aggiunti come autori.

Anche l’edizione 2024 è disponibile nelle due versioni fortemente integrate cartacea e digitale, dove la banca dati digitale sottesa al volume cartaceo ha un forte valore strategico che convoglia la maggior parte degli sforzi per aggiornamenti, integrazioni e sviluppo delle applicazioni. Il volume cartaceo, più snello, consiste di 2560 pagine, con 75.000 voci, 250.000 definizioni e 45.000 locuzioni, mentre la versione digitale, come sito web e applicazione per tablet e smartphone IOS e Android, offre 35.000 lemmi e 50.000 definizioni in più, per una fruizione completa di tutti i contenuti, con funzionalità e strumenti pensati per un’esperienza d’uso interattiva, che permetta di avere il vocabolario sempre a portata di mano, compreso l’audio di tutte le voci per una pronuncia corretta e la possibilità di condividere il lemma, tramite e-mail o post sui principali social network, per risolvere dubbi durante lo studio o il lavoro.

Nuovo Devoto-Oli: il vocabolario dell’italiano contemporaneo

400 neologismi e riscrittura di molte voci per raccontare la società che cambia nella sesta edizione del Nuovo Devoto-Oli, l’ultima curata da Luca Serianni

Un vocabolario ancora più inclusivo, chiaro, accessibile e potenziato: il Nuovo Devoto-Oli 2023 conferma il suo ruolo di straordinario testimone del nostro tempo, rispecchiando il dinamismo, sociale prima ancora che linguistico, del nostro Paese, nonché di  bussola indispensabile per orientarsi tra le insidie della lingua e per scoprire le parole più giuste per vivere, conoscersi e dare voce alle proprie emozioni.

La grande attenzione alla contemporaneità del linguaggio continua a essere la caratteristica principale del Nuovo Devoto-Oliarrivato alla sesta edizione dopo il completo rinnovamento che, a partire dall’opera  concepita da Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli nel lontano 1967, ha prodotto una nuova idea di vocabolario, sotto la guida di Luca Serianni e di Maurizio Trifone, che nel tempo si sono aggiunti come autori.

L’edizione 2023 del Nuovo Devoto-Oli è l’ultima curata da Luca Serianni, linguista, filologo e accademico italiano di fama internazionale, che ha dedicato la sua vita al “culto” della linguaggio e della grammatica storica, autore di testi che hanno fatto la storia recente della linguistica.

“Non si può non ricordare – dichiara Maurizio Trifone – il prezioso contributo dato alla realizzazione del Nuovo Devoto-Oli da Luca Serianni, scomparso il 21 luglio 2022 in circostanze drammatiche. L’illustre storico della lingua concepiva il dizionario come un organismo vivo, in grado di descrivere una realtà in continua trasformazione solo se rinnovato di edizione in edizione e mantenuto costantemente giovane nella sua lingua e nelle sue strutture”.

Figitalecrushskillatohypercarautosorveglianzatokenmetaversobinario non binarioguerra ibridapacifinto: sono oltre 400 i neologismi e i nuovi significati che arricchiscono l’edizione 2023, tratti dal mondo dell’attualità, della politica, dell’economia e della finanza, della cultura e dei mass media, dei giornali e della televisione, delle nuove mode e tendenze.

Molte anche le parole del gergo giovanile, come fomo, la paura di essere tagliati fuori,  o cringe, per indicare disagio o imbarazzo, o ancora dissare quando si vuole screditare qualcuno, utili al lettore per comprendere meglio la realtà che ci circonda. Termini nuovi emersi in un anno pieno di eventi eccezionali, ma anche un impegno che prosegue con un lungo, continuo  e approfondito lavoro di revisione dei termini  di uso comune legati alla mutata sensibilità sociale su temi quali l’inclusione e la parità di genere, nel solco di quanto fatto nella precedente edizione, con la riscrittura delle voci “donna” e “uomo” nella quali si avvertiva il lettore che frasi come “comportati da uomo” o “sii uomo” associano al genere maschile qualità come il coraggio o la fermezza solo “in base a uno stereotipo tradizionale”.

Alla voce angelo, per esempio,  è stata aggiornata la locuzione angelo del focolare o alla voce carne, dove il Nuovo Devoto-Oli è tra i primi vocabolari ad aver rivisto l’espressione color carne, che ha sempre significato “di colore rosa pallido, simile a quello della pelle umana“ ma che oggi è una definizione ritenuta discriminatoria e non rappresentativa di tutti i colori di pelle,  mostrando come anche concetti che sembrano inoffensivi possono invece nascondere una discriminazione.

Restano infine centrali gli aiuti e i suggerimenti linguistici per fugare ogni dubbio ed evitare le trappole della comunicazione, racchiusi nelle tre rubriche di “pronto soccorso linguistico”: Parole minate che aiuta a scrivere e parlare evitando gli errori più diffusi, Questioni di stile per esprimersi in maniera appropriata a seconda del contesto e della situazione e Per dirlo in italiano che suggerisce alternative alle parole inglesi superflue o difficili da capire. Perché scegliere si può, e le parole che usiamo ci definiscono e dicono molto di chi siamo.

 Anche l’edizione 2023 è disponibile nelle due versioni fortemente integrate cartacea e digitale, dove la banca dati digitale sottesa al volume cartaceo ha un forte valore strategico che convoglia la maggior parte degli sforzi per aggiornamenti, integrazioni e sviluppo delle applicazioni.  Il volume cartaceo, più snello, consiste di 2560 pagine, con 75.000 voci250.000 definizioni e 45.000 locuzioni, mentre la versione digitale, come sito web e applicazione per tablet e smartphone IOS e Android, offre 40.000 lemmi e 50.000 definizioni in più, per una fruizione completa di tutti i contenuti, con funzionalità e strumenti pensati per un’esperienza d’uso interattiva, che permetta di avere il vocabolario sempre a portata di mano, compreso l’audio di tutte le voci per una pronuncia corretta e la possibilità di condivisione del lemma,  tramite e-mail o post sui principali social network, per risolvere dubbi durante lo studio o il lavoro.

#Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo: concluso con successo il crowdfunding per i due progetti vincitori del concorso lanciato da Mondadori Education e il Nuovo Devoto-Oli

Raccolti oltre 15.000 euro da 152 sostenitori su Produzioni dal Basso per i due dei progetti vincitori del concorso di Mondadori Education e il Nuovo Devoto-Oli che mette al centro gli studenti e i loro progetti per costruire la scuola del futuro

Giunge al termine il concorso per le scuole #Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo, promosso per ribadire il tema della centralità della scuola nella costruzione di un futuro da Mondadori Education e il Nuovo Devoto-Oli, insieme a Università Cattolica del Sacro Cuore, per la parte di ricerca scientifica, e Intesa Sanpaolo, Gruppo sempre più impegnato nella promozione di iniziative concrete a sfondo sociale.

Obiettivo del concorso scoprire come gli studenti vorrebbero la scuola di domani, a partire dalle tre direttrici fondamentali per uno sviluppo armonioso: inclusione, sostenibilità e innovazione. Oltre 4000 ragazzi in 200 scuole si sono messi in gioco in un percorso a tappe lungo un anno che ha portato a candidare per la raccolta fondi oltre 100 progetti, tra i quali un board di esperti ha poi selezionato i due vincitori che hanno beneficiato della campagna lanciata su Produzioni dal Basso – prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation. Con i 15.000 € raccolti in poco più di due mesi da oltre 150 sostenitori, i due progetti potranno diventare realtà.

Capofila del progetto Mondadori Education, da sempre impegnata a fianco di studenti e insegnanti nel supportare la scuola con azioni concrete, che ha sostenuto i progetti non solo con un incentivo economico ma soprattutto attivando la sua forza promozionale, nell’intento di contribuire fattivamente alla realizzazione della scuola del futuro auspicata dai ragazzi. Un passaggio essenziale dalle parole ai fatti che, accompagnando la raccolta dei fondi necessari a trasformare i desideri dei ragazzi in realtà, realizza almeno in parte il sogno di una scuola migliore.

I due progetti che vedranno la luce sono:

A scuola con gusto”, ideato dalle studentesse e dagli studenti della scuola media “Rina Monti Stella” di Verbania, che hanno immaginato la loro “scuola ideale” prendendo in considerazione i cinque sensi: una scuola da vedere, da annusare, da ascoltare, da toccare e da gustare… in un luogo da vivere con “tutti i sensi” è emersa la necessità di un laboratorio di cucina e di scienze, proprio per poter sperimentare attraverso l’uso del cibo, che diventa un materiale educativo a tutti gli effetti. La somma raccolta rende possibile  l’acquisto degli arredi necessari: lavelli, piano cottura, frigo, piani di lavoro e dispense per la cucina, insieme a tavoli modulari, apparecchiature scientifiche ed elettroniche, scaffali e bacheche espositive per il laboratorio di scienze.

Il Cineteatro a scuola: alziamo il sipario sul futuro” della scuola superiore ”Euclide” di Bova Marina (Reggio Calabria), che mette al centro il teatro come forma di istruzione da includere nelle attività scolastiche: l’obiettivo del progetto è proprio quello di realizzare un Cineteatro e una cineteca all’interno dell’Istituto, dove mettere in scena quanto appreso in classe e dove poter imparare in modo alternativo, superando i limiti di uno studio esclusivamente condotto sui libri di testo.

Cineteca e teatro diventeranno inoltre veri e propri “punti di riferimento culturali” aperti all’intera comunità, ospitando utenti esterni, ma anche associazioni e altre realtà locali. I fondi raccolti verranno utilizzati per acquistare gli arredi necessari alla rigenerazione dello spazio, come poltroncine, sipario, armadietti, panche, una parete con porta a scomparsa, e pannelli per isolamento acustico.

La nuova edizione del Devoto-Oli: tra sostenibilità, inclusione e parità di genere

Sostenibilità, inclusione e parità di genere nell’edizione 2022: lo storico vocabolario ridefinisce i vocaboli “donna” e “uomo”

Da sempre osservatorio privilegiato dei mutamenti della lingua italiana, ancora una volta il Nuovo Devoto-Oli, aggiornato annualmente, si conferma come un eccezionale testimone del nostro tempo, rispecchiando il dinamismo, sociale prima ancora che linguistico, del nostro Paese.  Se negli anni scorsi è stato inevitabile l’ingresso di neologismi tecnologici e termini inglesi, dato il frenetico e inarrestabile aggiornamento del settore, oggi diventa inevitabile l’attenzione alle parole legate alla mutata sensibilità sociale su temi quali la sostenibilità, l’inclusione, la parità di genere. Così, per esempio, una maggiore sensibilità verso forme di linguaggio non discriminanti, insieme alla crescente presenza delle donne in ruoli tradizionalmente maschili, hanno comportato nell’edizione 2022 la completa riscrittura dei vocaboli “donna” e “uomo”, avvertendo il lettore che frasi come “comportati da uomo” o “sii uomo” associano al genere maschile qualità come il coraggio o la fermezza solo “in base a uno stereotipo tradizionale”.

Ma in questa nuova edizione  sono più di 500 le parole di uso comune che hanno avuto bisogno di una riscrittura integrale perché più di altre risentivano dei cambiamenti avvenuti nella nostra cultura e nella nostra società, tra le quali amore e casalingo, per citarne soltanto due che usiamo tutti quotidianamente.

Oltre 500 sono anche i neologismi e i nuovi significati che riflettono la realtà che ci circonda, tratti come di consueto dal linguaggio dell’attualità (affetto stabile, blended learning, covidico, Didattica Digitale Integrata, long Covid, microplastica, passaporto vaccinale, post-Covid, postumano, proteina spike, SPID, transfobico, variante virale), della politica (climaticida, democrazia elettronica, divario di genere, emissioni zero, impatto zero), dell’economia e della finanza (DOP economy, fondo per la ripresa economica, ipercapitalismo, PNRR, recovery plan), della cultura e dei mass media (abilismo, antiscienza, Big Tech, bioispirato, catcalling, cultura della cancellazione, sindrome della capanna o sindrome del prigioniero, turismo di prossimità, commercio di prossimità), dei giornali e della televisione (climatariano, ecoimpronta, paesi frugali, transizione ecologica), di gerghi e modi di dire (bannato, boomer, cuorare, ingarellarsi, inzigare) e delle nuove mode e tendenze (bioalbergo, dinner cancelling, namelaka, okra, pineseria, sacripantina).

La spiccata attenzione alla contemporaneità del linguaggio continua dunque a essere la caratteristica principale del Nuovo Devoto-Oli, arrivato alla quinta edizione, dopo il completo rinnovamento che ha prodotto una nuova idea di vocabolario, sotto la guida dei filologi Luca Serianni e Maurizio Trifone, che nel tempo si sono aggiunti come autori dell’opera concepita da Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli nel lontano 1967.

Restano poi centrali gli aiuti e i suggerimenti linguistici che ne fanno una bussola indispensabile per orientarsi nelle insidie della comunicazione, racchiusi nelle tre rubriche di “pronto soccorso linguistico” che aiutano a trovare alternative alle parole inglesi superflue o difficili da capire (Per dirlo in italiano), a scrivere e parlare evitando gli errori più diffusi (Parole minate) e a esprimersi in maniera appropriata a seconda del contesto e della situazione (Questioni di stile). Perché scegliere si può, e le parole che usiamo ci definiscono e dicono molto di chi siamo.

Di sostenibilità, inclusione e parità di genere si parlerà giovedì 7 ottobre (ore 17.30-19) nel corso di un seminario online dal titolo La scuola che innova: linguaggi e racconti tra inclusione, sostenibilità e parità di genere, dedicato a insegnanti e pubblico (registrazioni sul sito www.mondadorieducation.it), nel quale  Serianni e Trifone, insieme ad altri ospiti illustri,  rifletteranno sul ruolo del linguaggio come via maestra per far germogliare rispetto, ascolto e dialogo, e su come sia il contesto scolastico il terreno fertile nel quale gettare le radici. Un percorso che il Nuovo Devoto-Oli ha tracciato con il concorso  #leparolechesiamo, la scuola che vogliamo, che mette al centro gli studenti e i loro progetti per costruire la scuola del futuro, i cui vincitori verranno premiati nel corso dell’evento.

Proprio per implementare la sua caratteristica di vocabolario al passo con i tempi, il Nuovo Devoto-Oli ha assunto negli ultimi anni una forma editoriale mista (fisico+digitale) sempre più consistente, nella quale la banca dati digitale sottesa al volume cartaceo ha un forte valore strategico che convoglia la maggior parte degli sforzi per aggiornamenti, integrazioni e sviluppo delle applicazioni. Anche l’edizione 2022 è quindi disponibile nelle due versioni, fortemente integrate: quella cartacea, più snella (2560 p.), con 75.000 voci, 250.000 definizioni e 45.000 locuzioni, e quella digitale, come sito web e applicazione per tablet e smartphone IOS e Android, con 40.000 lemmi e 50.000 definizioni in più, per una fruizione completa di tutti i contenuti, con funzionalità e strumenti pensati per un’esperienza d’uso interattiva, che permetta di avere il vocabolario sempre a portata di mano, compreso l’audio di tutte le voci per una pronuncia corretta e la possibilità di condivisione del lemma,  tramite e-mail o post sui principali social network, per risolvere dubbi durante lo studio o il lavoro.

Scopri tutti i dettagli qui:

www.devoto-oli.it

www.mondadorieducation.it

Al via la terza edizione del concorso #Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo

Scuola del futuro: la parola agli studenti

  • Innovazione, sostenibilità, inclusione, rispetto, motivazione, attenzione alla complessità del mondo, concretezza: queste le parole chiave per la scuola di domani emerse da una survey tra 190 studenti in 13 scuole all’interno del progetto promosso da Mondadori Education in collaborazione con Università Cattolica e Intesa Sanpaolo.
  • Parte da qui la call to action alle scuole di tutta Italia che per la prima volta offre agli studenti la possibilità di fare davvero la differenza, avviando il cambiamento. I tre progetti vincitori verranno presentati alle istituzioni scolastiche e accompagnati alla ricerca di finanziamenti per la loro realizzazione

Con #Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo, giunge alla terza edizione il concorso per le scuole promosso da Mondadori Education e il Nuovo Devoto-Oli, che quest’anno si arricchisce, con una comunanza di intenti inedita nel settore, della collaborazione di Università Cattolica, per la parte di ricerca scientifica, e di Intesa Sanpaolo, l’ente che più incide oggi nella promozione di iniziative concrete a sfondo sociale.

Come dovrà essere la scuola del futuro? Come potrà formare gli studenti per renderli davvero partecipi di un percorso formativo che conferisca loro le parole, i pensieri e gli strumenti per diventare cittadini a tutto tondo? Dal futuro della scuola dipende il futuro dell’Italia, ma troppo spesso se ne parla senza ascoltare chi la scuola la vive, la frequenta, la fa. #Leparolechesiamola scuola che vogliamo è un progetto corale, dove per la prima volta, al di fuori e al di là dei tavoli di concertazione, sono gli studenti a dire la loro. E a fare la differenza.

Volta a scoprire cosa pensano gli studenti della scuola di oggi e come vorrebbero la scuola di domani, arriva oggi a conclusione la prima fase  quella dell’ascolto  del concorso, che ha visto coinvolti 190 ragazzi di quarta superiore in 13 scuole, da Enna a Foggia, da Lecce a Milano, da Prato a Napoli, da Rho a Catania e a Caltanissetta, in un format unico e innovativo – i Future Lab – condotti dai sociologi e dagli psicologi del TraiLab dell’Università Cattolica, che si occupa, con ottica interdisciplinare, di realizzare «azioni trasformative».

Si tratta di 15 laboratori tematici, con un preciso metodo scientifico, orientati alla costruzione di immaginari e progettualità sulla scuola e il suo rapporto con la società. Un percorso a tappe per stimolare negli allievi un’analisi critica del presente (Distopia, fase critica), proporre alternative per superare le criticità individuate (Utopia, fase dell’immaginazione) e individuare gli elementi che permettano di avvicinarsi ai futuri desiderati (Possibili desiderabili, fase dell’implementazione). Un lavoro fatto di immagini, video, testimonianze e racconti, che saranno raccolti in un e-book, dal quale emerge che se da una parte i ragazzi stessi continuano a credere nella scuola come istituzione formativa della loro identità, dall’altra ne percepiscono con sofferenza un distacco dai loro bisogni e desidererebbero una scuola più attuale, più capace di motivarli e di inserirli nella complessità del mondo, più capace di rispetto per i più giovani, per l’ambiente, per chi è in difficoltà.

I risultati di questa inedita survey – la prima analisi qualitativa su un campione così ampio di ragazzi ai tempi del COVID19, che è stato un elemento di forte destabilizzazione  servono ora a elaborare le indicazioni per la seconda fase del concorso, quella della restituzione: una call to action alle scuole di tutta Italia di ogni ordine e grado, che chiama a raccolta gli studenti in una challenge per elaborare un progetto concreto sulla scuola che vorranno, formulato intorno alle tre direttrici fondamentali per uno sviluppo armonioso: innovazione, sostenibilità, inclusione. Un progetto che ribadisce la centralità della scuola nella costruzione di un futuro, offre la possibilità di coinvolgere i giovani di tutte le classi sociali e di tutte le provenienze e mira a colmare il gap che ancora oggi fa sì che gli studenti e i bambini più disagiati partano con il freno a mano tirato nella corsa della vita.

Bambini e ragazzi avranno tempo dal 2 febbraio al 16 aprile per dar vita alle loro proposte. Un board di esperti delle istituzioni coinvolte selezionerà poi i 10 progetti più interessanti, che verranno sottoposti al giudizio della community di Mondadori Education e Nuovo Devoto-Oli. Tra questi, nella terza fase del concorso, quella attuativa, i tre progetti che risulteranno vincitori verranno presentati alle istituzioni scolastiche e, attraverso la ricerca di opportuni finanziamenti, accompagnati alla realizzazione.

Obiettivo primario del concorso #Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo è infatti quello di lanciare un segnale forte, con le giuste risorse, per avviare il cambiamento verso la scuola del futurodando finalmente voce a chi il mondo della scuola lo abita quotidianamente. Non un mero esercizio di fantasia, ma una concreta possibilità d’azione, un atto di fiducia nei ragazzi e nei loro insegnanti.

«Con questo concorso, arrivato alla quarta edizione, Mondadori Education ribadisce il suo impegno – afferma Paolo Reniero, direttore marketing e digital della casa editrice – al fianco di docenti e studenti nel percorso di innovazione e digitalizzazione della scuola. Dopo un anno particolarmente difficile, abbiamo voluto dare un segnale forte, di fiducia ai giovani, allargando lo sguardo e coinvolgendo prestigiosi partner istituzionali, per una nuova edizione che mette al centro la scuola e chi la frequenta. Abbiamo voluto ascoltare la voce degli studenti, accompagnandoli nell’ideare e realizzare dei progetti concreti che possano contribuire a costruire un domani migliore. Perché la scuola è il nostro futuro e il luogo dal quale ripartire insieme.»

«Nell’impegno di Intesa Sanpaolo – dichiara Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo – c’è da sempre l’attenzione ai giovani, alla loro formazione e al successivo accesso al mondo del lavoro, elementi entrati a pieno titolo nel nostro Piano di Impresa. Con il coinvolgimento in questa importante iniziativa, anche dal punto di vista progettuale, il Gruppo conferma la propria vicinanza agli studenti con progetti mirati e adatti alle differenti fasce d’età per aiutarli ad affrontare con sicurezza le sfide del futuro e cogliere le opportunità di crescita formativa e personale.»

«L’adolescenza è il momento del progettare, del pensare e del pensarsi al futuro, ma questa apertura al domani non è sempre semplice – dichiara Emanuela Confalonieri, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione di Università Cattolica – Da qui l’idea di proporre il Future Lab agli studenti. Dal lavoro è emerso che i ragazzi sognano una scuola che li aiuti a individuare i propri interessi e a trasformali in competenze attraverso percorsi più individualizzati. Nei loro progetti propongono corsi di gestione finanziaria, educazione politica, tecnologia, lavori di gruppo sulla “arte di relazionarsi” per superare insicurezze e imparare a rispettarsi. Sollecitare possibili “emergenti” in questa fase delicata e drammatica del nostro convivere sociale non è un lusso, né una fantasiosa perdita di tempo.»